Il Festino di Santa Rosalia
Il Festino che Palermo organizza dal sec. XVII ad oggi in onore della sua Patrona, Santa Rosalia, che liberò la città dalla peste, viene solennamente celebrato nel mese di luglio, con varie manifestazioni. La principale è costituita dal corteo che si snoda per le vie del centro storico al seguito del celebre Carro. Qui un'immagine dei Quattro Canti mentre giunge il sontuoso Carro in un quadro dell'800
Paolo Amato si può considerare l'architetto barocco del Festino. I suoi progetti riguardavano cinque tipologie:
- le macchine mobili da corteo,
- la macchina pirotecnica, dei giochi d'artificio,
- l’apparato della cattedrale,
- gli altari lungo l’asse di parata (la via Toledo, oggi corso Vittorio Emanuele),
- gli addobbi di piazza Villena, la croce di strade dei Quattro Canti.
Tema fondamentale era il trionfo della Santa sul mondo pagano, esibendo i trofei della vittoria.
Ecco l'apparato effimero nella Cattedrale normanna di Palermo, progettato da Paolo Amato. Due coppie di colonne tortili reggono un arco sormontato da un eleborato fastigio, all'interno si apre una veduta di Palermo divisa in quattro parti (i mandamenti) e adagiata su una pianura affacciata sul mare e delinitata sullo sfondo dalle colline della Conca d'oro. In alto una quadriga di cavalli traina il carro di Santa Rosalia inquadrata da una sorta di conchiglia e ci viene incontro trionfante.
Il Santuario della Santuzza arroccato su Monte Pellegrino, nella cui grotta la giovane eremita Rosalia si isolò dal mondo.
L'urna reliquiario, fu costruita nel 1631, su disegno dell'Architetto del Senato, Mariano Smiriglio, dai maestri argentieri Giuseppe Oliveri, Francesco Rivelo, Giancola Viviano e Mattelo Lo Castro con la collaborazione di Michele Farruggia e Francesco Roccuzzo. Un ruolo importante nella composizione dell'arca molto probabilmente lo ebbe il gesuita Giordano Cascini, autore, su incarico del Senato, della storia ufficiale di Santa Rosalai: "De vita et inventione S. Rosaliae", la cui prima edizione, firmata dal Cardinale Giannettino Doria è stata posta all'interno dell'arca insieme al corpo di S. Rosalia. L'opera è strutturata in tre parti sovrapposte. La prima contiene la pedana rettangolare finemente decorata ai bordi in argento sbalzato. Su di essa poggia il fusto con agli angoli quattro putti alati che con una mano sorreggono l'urna e con l'altra uno scudo in cui campeggia la rosa simbolo di Santa Rosalia, già nel nome rosa-lia (lilium). Nel lato lungo tra gli angeli vi è l'aquila simbolo del Senato Palermitano.
L'urna viene portata in solenne processione ogni 15 luglio uscendo dal portale principale della Cattedrale e chiudendo così le manifestazioni dei 5 giorni del Festino.
Il Pannello in ceramica, con l'invocazione alla Santa, realizzato per il Festino del 2022 dal Forum delle Associazioni di Palermo in Via Vitt. Em.
In fondo pensiamo che S. Rosalia abbia soddisfatto la nostra richiesta!
Ringraziamento del Sindaco Roberto Lagalla al Forum delle Associazioni Palermo:
A conclusione del 398° Festino di Santa Rosalia e con ancora nel cuore l’emozione per il successo di una edizione che ha coniugato sobrietà, partecipazione, perfetta organizzazione e sicurezza, e che è stata unanimemente apprezzata dalla cittadinanza e dai turisti che ne hanno accompagnato lo svolgimento, sentiamo il dovere di ringraziarLa per il contributo culturale offerto all’evento.
Villabianca e il Festino
Francesco Maria Emanuele e Gaetani, marchese di Villabianca, è un diarista che ha minuziosamente raccontato nei suoi Diari palermitani quasi sessant’anni di storia palermitana dal 1743 al 1801. Si è dedicato anche a descrivere il Festino, in particolare i Carri dei musici, criticando quelli del suo tempo ed esaltando i precedenti dalla seconda metà del Seicento alla prima metà del secolo successivo. Egli critica i carri narrando degli incidenti verificatisi nel 1797 a causa dell’aumento in altezza e di conseguenza del peso di tale macchina. Scrive: gli “antichi Carri trionfali che anticamente negli anni miei giovanili solea ogni anno godere cioè di una leva più leggiera e di un’altezza proporzionata fatti per lo più ad un ordine di architettura e non più di tanto. E questa era la ragione che di rado deploravansi le rotte, e disgrazie di affondare, e far danni come è succeduto ne’ tempi presenti”. E ancora:“Voglio dire che ove nelle passate vi sono state in città e in parrocchie e piazze e strade delle belle funzioni e dimostrazioni publiche, fuochi e razzi particolari. In questa festa non ve ne fù una”.
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L’iconografia di Santa Rosalia
Prima che nascesse la devozione verso la Santa del Monte Pellegrino i palermitani avevano quattro sante patrone effigiate nelle statue dei Quattro Canti della città e ognuna protettrice dei quattro quartieri divisi dalla croce di strade formata dal Cassaro (attuale via Vitt. Em.) e dalla via nuova (attuale via Maqueda). Le sante sono: Santa Cristina, Santa Ninfa, Sant’Oliva e Sant’Agata. La fama di Santa Rosalia, artefice della sconfitta della peste nel 1624, mise in ombra le altre e la sua immagine si diffuse nell’arte sia colta che popolare, divenendo tema ricorrente in tutte le tecniche dalla pittura alla scultura, dall’incisione all’oreficeria, ecc.
Nell'arte popolare, soprattutto pitture su vetro e santini, S. Rosalia e rappresentata coronata di rose e gigli, eremita con bastone, conchiglia e teschio poggiato su pietra o sul Vangelo, nella grotta della Quisquina o del Monte Pellegrino, nella posizione di estatica di contemplazione della Croce e vestita del saio francescano.
Anche nelle arti applicate il Festino, in tutte le sue manifestazioni, è stato oggetto di artisti e artigiani. In questo caso la straordinaria abilità delle maestranze trapanesi, capaci di elaborare capolavori col corallo pescato nel loro mare, ha dato vita ad un oggetto ispirato ai famosi carri seicenteschi del Festino di Santa Rosalia.
Santa Rosalia sdraiata, corallo, sec. XVII
Santa Rosalia sul Carro del Festino, corallo
Il grande quadro conservato a Siviglia (collez. Alba) ed esposto a Palermo nel corso della mostra allestita al Palazzo reale nel 2018 dal titolo "Rosalia eris in peste patrona", rappresenta il corteo del Festino di Santa Rosalia che si snoda a serpentina tra le vie di Palermo raffigurata attraverso le sue principali architetture. Una visione fantastica e spettacolare di grande fascino che ci immerge in un'atmosfera quasi fiabesca. Palazzi e chiese sono sistemati in piani paralleli senza rispettare la loro reale collocazione urbana e trascurando il tessuto degli edifici più poveri. Ogni architettura è descritta con precisione tale da renderla riconoscibile.
Cliccare sull'immagine sottostante per ingrandire il dipinto
Molto ammirato il Carro del Festino di Santa Rosalia del 2023.
Attesissimo il Festino del 2024: la 400ª edizione! Già si cominciano ad avvicendare mostre ed eventi. A Villa Zito è in corso la mostra di dipinti su Santa Rosalia e a Palazzo Branciforte la mostra 400Rosalia, entrambe promosse dalla Fondazione Sicilia; altra mostra tra Cattedrale e Museo Diocesano.
Il progetto del Comune "Panormus- La scuola adotta la città" qest'anno sarà dedicato alla patrona di Palermo, Santa Rosalia. L'inaugurazione della manifestazione è stata il 29 aprile 2024 al Teatro Massimo con la partecipasione del Sindaco, Roberto Lagalla, l'assessore alla Scuola, Aristide Tamajo, il soprintendente del teatro, Marco Betta, la dirigente del progetto, Maria Sparacino, della prof. M. A. Spadaro e i giovani del liceo artistico "Damiani Almeida" autori con i docenti del poster della manfestazione di quest'anno, premiato tra quelli delle scuole che hanno concorso.
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